Trazione sì, ma non a rotta di collo.

  • 7 dicembre 2017
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Pare stia riscuotendo discreto interesse sui social un nuovo, semplice e pratico dispositivo di trazione cervicale di uso domestico in grado di ridurre significativamente il dolore al collo.

Rimango sempre curioso, attento e aperto alle novità, per cui ringrazio della segnalazione e approfitto per fare delle precisazioni che spero risultino utili.

La trazione cervicale è uno dei metodi più comuni di trattamento del dolore al collo e alle braccia, anche se i suoi effetti sono poco conosciuti.

Perchè funzioni, ancora non si sa di preciso.

Sono state proposte varie teorie sui suoi possibili effetti: aumento della circolazione nei vasi sanguigni cervicali, allungamento dei muscoli paraspinali e legamenti e facilitazione per il rilassamento dei muscoli, riduzione della compressione della radice nervosa mediante la distrazione delle vertebre e l’espansione del forame intervertebrale, nonché riduzione della trasmissione stessa del dolore. Ma gli studi che supportano queste teorie non pare siano di ottima qualità scientifica. Pertanto, ad oggi non ci sono prove sufficienti per sostenere o rifiutare l’efficacia dell’applicazione di una forza di trazione sul rachide cervicale.

Anche sul quanto funzioni ci sono dei dubbi.

Quello che si evince in sintesi dagli studi è che la trazione possa portare ad una maggiore riduzione del dolore ma nel breve periodo. In pratica, un’ottima tecnica iniziale per quei pazienti che hanno un dolore intenso e che apprezzeranno lo stare meglio immediato, ma che per la soluzione globale del problema dovranno passare ad una fisioterapia generale di esercizi e di educazione per la cura del collo.

Ma funzionando la trazione, viva la trazione.

Però attenzione al fai da te. Prima di una trazione in ambito sanitario c’è sempre un esame ed una valutazione del paziente, in cui non solo si stabilisce che la trazione sia il trattamento più adeguato, ma anche si escludono le possibili controindicazioni al trattamento e si stabiliscono le modalità stesse della trazione da effettuare: posizione iniziale del collo, quantità di forza di trazione da impiegare, angolo di tiro e durata della trazione. Durante la trazione stessa questi parametri spesso cambiano in relazione alla risposta del paziente: io che tiro il collo posso sentire a che livello vertebrale sta andando la tensione, posso cambiare l’inclinazione, mi adatto insomma alla risposta che avverto dai tessuti. Se in autotrattamento lego una corda alla porta e mi appendo, tutte queste possibilità di adattamento vengono meno, e così credo anche l’efficacia del trattamento stesso.

In conclusione, ben vengano i dispositivi di auto cura, ma se hai male al collo, prima di tutto vai da un sanitario, e verifica con lui se e come uno strumento di autocura possa esserti utile e non inutile o addirittura dannoso.

Si tratta solo di non avere fretta, di non andare a rotta di collo.. per non ritrovarsi nei guai fino al collo.

2 comments on “Trazione sì, ma non a rotta di collo.

  1. Annamaria scrive:

    MOLTO INTERESSANTE IO LO INIZIATO AD USARE 2 GG FA 1 SEDUTA 20 M POI 2 GIORNO 2 SEDUTE DA 5 M PER LA MIA ARTROSI CERVICALE ..PROTUSIONI C5C6…OSTEOFITI …RACHIDE RETTILINEIZZSTO…VORREI SAPERE SE IL DOLORE DEVE SCOMPARIRE SUBITO OPPURE CI VOGLIONO PARECCHIE SEDUTE ..GRAZIE

    1. antonio scrive:

      Ho purtroppo pochi elementi su cui ragionare. Ma credo che se si adotta una strategia terapeutica per stare meglio, con essa ci si dovrebbe sentire meglio. Ne consegue che se non funziona non è una valida strategia, o è adottata in maniera sbagliata o poco efficace. La invito a contattarmi in privato per eventualmente procedere in un esame soggettivo ed un esame fisico, unica via per arrivare ad una mia più corretta valutazione fisioterapica.

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