No pain, no gain? No grazie.

  • 10 maggio 2016
no pain no gain

Il dolore dopo l’allenamento è un male necessario?

Può capitare che in seguito ad un allenamento di una certa intensità si possa avvertire un gran dolore muscolare  a carico dei muscoli e delle articolazioni usate negli esercizi.
Può capitare  specie dopo un periodo di mancanza di allenamento (i ‘pigroni’ che dopo il letargo invernale riprendono ora in vista dell’estate), ma può capitare anche in sportivi preparati (il body builder al cambio scheda, il ‘corsista’ dopo la lezione con l’insegnante diverso, o il nuotatore abituale che dopo anni riprende in mano la palla di basket  per sfidare al parco i nipoti).

Può capitare che il dolore muscolare sia acuto, immediato, ma transitorio, persista un pochino dopo l’allenamento per poi diminuire rapidamente.

O può capitare anche che il dolore o fastidio muscolare inizi ad avvertirsi il giorno dopo, con un picco di solito il secondo o terzo giorno prima di una diminuzione graduale, ma con sintomi che possono durare anche una decina di giorni.

Può capitare. E’ capitato più o meno a tutti.

Ma deve per forza capitare?!

Secondo la ricerca scientifica il dolore acuto, avvertito specialmente subito dopo un esercizio nuovo o non eseguito da tempo, pare dovuto a fattori legati al metabolismo del muscolo e all’accumulo, in seguito allo sforzo, di acido lattico e simili nel muscolo.

Il dolore tardivo (i cosiddetti DOMS, dall’inglese Delayed Onset Muscle Soreness) invece non è ad oggi ancora ben compreso.

Si pensa che i DOMS siano legati ad alcune forme di microtraumi e microlesioni (indotti dalla contrazione) nelle fibre muscolari o nei tessuti connettivi, con danneggiamento e loro conseguente degenerazione. Il danno viene accompagnato da infiammazione, con variazioni dell’equilibrio chimico del muscolo, e può peraltro causare una ritenzione idrica (edema) nel tessuto muscolare: da qui la durata di alcuni giorni dopo l’esercizio.

Pare certo che queste alterazioni non siano legate all’accumulo di acido lattico nel sangue: benchè questa teoria circoli ancora negli ambienti sportivi, diversi studi hanno dimostrato che è necessaria solo un’ora di recupero dopo un esercizio sfiancante per rimuovere quasi tutto l’acido lattico dalla muscolatura scheletrica e dal sangue (Francis, KT, J. Orthop Sports PhyTher 5:10, 1983).

Alla luce di ciò, siamo così sicuri che ‘no pain, no gain’, che ‘più fa male, più fa bene’, e che ‘per ottenere risultati deve fare male’?

Siamo peraltro sicuri che chi ci segue in palestra indicando la via necessaria della sofferenza sappia anche capire se il dolore viene proprio dal muscolo e non derivi da altro che muscolo non è, che so, da una borsite o da una protrusione?

E se il muscolo fa male non perchè sta crescendo ma perchè si è fatto male, e se lo tocco è duro non perchè è duro ma probabilmente solo perchè è gonfio, io mi chiedo: l’uscire zoppicando dalla palestra, il citofonare schiacciando il pulsante col naso perchè non si riesce a sollevare le braccia, il rifugiarsi in ufficio nel carico lavorativo ed evitare anche la pausa caffè pur di non di alzarsi dalla scrivania, e mannaggia all’open space e agli occhi di tutti chè ci sarebbe la necessità di una ciambella salvagente pur di non appoggiare i glutei alla sedia…

… il dubbio è anche filosofico oltre che scientifico: ha senso?

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