Ginnastica in gravidanza? ‘Perchè si’, ‘quando no’, ma soprattutto ‘come’.
E’ normale che durante la gravidanza, tra le mille domande che le future mamme si fanno, vi sia anche quella riguardo ai benefici e ai possibili danni dell’attività fisica o dello sport che stanno facendo.
Mi spiace per le pigre e le sedentarie: l’attività fisica in gravidanza fa bene ed è raccomandata dalle linee guida di diversi Paesi nel mondo (KR Everson et Al, Am J Lifestyle Med. 2014;8(2):102-121).
Quindi, se sei abituata a fare ginnastica, e desideri continuare durante la gravidanza, continua! Se non lo sei, inizia, ne vale proprio la pena!
‘Perchè si’?
Sintetizzando, una regolare attività fisica in gravidanza, come in tutte le fasi della vita, promuove benefici per la salute: migliora o mantiene la forma fisica, aiuta con la gestione del peso, riduce il rischio di diabete gestazionale nelle donne obese, migliora il travaglio, e migliora il benessere psicologico riducendo la fatica, lo stress, l’ansia e la depressione. Il tutto, senza che sia pericoloso per il feto. Niente male no?!
‘Quando no’?
Nell’attività che scegliamo di intraprendere o proseguire bisogna tenere conto delle variazioni anatomiche e fisiologiche della futura mamma e delle esigenze del feto, per cui come prima cosa è indispensabile una valutazione clinica accurata del ginecologo che ci possa dire se vi sia una ragione medica od ostetrica che sia controindicazione all’esercizio fisico in gravidanza.
‘Come’ fare ginnastica in gravidanza?
Io di solito, prima di ogni considerazione specifica personale, do alla futura mamma questi consigli generali:
– in condizioni normali non hai necessità di scegliere un’attività specifica piuttosto che un’altra. Parti dall’attività fisica che già stai praticando o che ti piace, singolarmente o come attività di gruppo (non sottovalutare l’utilità dei corsi preparto in termini di socialità e condivisione di esperienze);
– una vita attiva è già un’attività fisica: camminare, usare le scale, fare uscite in bicicletta, o nuotate al mare, non richiedono impegno economico o appuntamenti fissi da incastrare in agenda;
– non sopravvalutare il faidate, ma affidati anche solo come consulenza a personale che sia qualificato (vai a vedere i curriculum e i titoli, non risolvono ma aiutano), e che sia preparato sul come esercitarsi in sicurezza, sulle disfunzioni muscolo scheletriche connesse alla gravidanza, sulla cura della schiena e del cingolo pelvico;
– a proposito del cingolo pelvico: addominali si o addominali no? Io credo che in gravidanza gli addominali siano già messi a dura prova, stressati e ‘stretchati’ dalla pancia crescente, quindi non mi accanirei ulteriormente su di essi. Piuttosto mi focalizzerei su esercizi finalizzati al reclutamento del pavimento pelvico (tradotto per chi è pratica di palestra, meno crunch, se proprio più trasverso, ma senza esagerare con gambe o posizioni strane).
– la frequenza: nelle varie linee guida si parte dai 15 minuti almeno 3 volte alla settimana per le neofite, che devono progredire in 30 minuti per 3 volte alla settimana (ma sono buono, in Danimarca si raccomandano 30 minuti al giorno eh!);
– durante le attività: ascolta il tuo corpo! Se dice no è no, fermati. Se hai un disagio (dal mal di testa, a eventuali perdite, a fatica eccessiva), non esagerare, anzi fermati.
– e soprattutto, goditi questo periodo, vivilo come un viaggio verso un’esperienza meravigliosa, e nell’attesa..non stare ferma!